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Pubblicazioni e presentazioni > Protocollo di screening delle neoplasie epiteliali e non epiteliali delle prime vie digestive in una zona del Primiero ad alta incidenza

Protocollo di screening delle neoplasie epiteliali e non epiteliali delle prime vie digestive in una zona del Primiero ad alta incidenza

Notizia del 06/04/2009

Scritto da admin

La presente ricerca è emblematica della collaborazione e delle interrelazioni fra l’Unità Sanitaria del Primiero e l’Unità Locale Socio-Sanitaria Feltrina.

E’ altresì espressione della idea-forza che anima le due strutture:

  1. i servizi sanitari vanno organizzati nell’ottica della domanda e non in base a modelli empirici determinati a priori
  2. la programmazione sanitaria deve considerare innanzitutto la prevenzione: per l’efficacia e per le risultanze terapeutiche, per le implicazioni economiche e finanziarie
  3. l’efficienza dei servizi sanitari non deve trascurare le esigenze e le attese delle fasce marginali di popolazione

Questo lavoro ha voluto raccogliere l'esperienza di una proficua collaborazione che ha coinvolto la popolazione di Canal San Bovo, il Medico di Medicina Generale, l'Epidemiologo, l'Ambientalista, l’Anatomo-Patologo e il Gastroenterologo nell'individuazione di condizioni e lesioni precancerose gastriche.

E' proprio da studi come questo che ci si attendono negli anni a venire i maggiori risultati nella comprensione del complesso multifattoriale che porta alla determinazione della malattia neoplastica gastrica.

L’impegno del volontariato (Associazione Arianna: il filo della Solidarietà per la prevenzione e la cura delle malattie dell’apparato digerente, con sede presso l’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia dell’Ospedale Civile di Feltre), la disponibilità di tutti gli operatori sovracitati e la stretta collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, Facoltà di Medicina e Chirurgia (Prof. R. Naccarato – Cattedra di Malattie dell’Apparato Digerente e Prof. M. Rugge – Cattedra di Anatomia Patologica) e altre strutture universitarie internazionali

hanno completato questo percorso di studio e ricerca riguardante la popolazione della Valle del Vanoi con la pubblicazione di importanti studi scientifici che rappresenteranno nel futuro una pietra miliare nel cammino della ricerca sulle patologie tumorali dello stomaco.

Michele De Boni


Perché una campagna di prevenzione?

Nonostante una generale tendenza nel mondo al declino dell'incidenza di carcinoma gastrico (1), questa neoplasia resta ancora una delle principali cause di morte per cancro (2). Infatti, la mortalita' da cancro gastrico è una delle piu' elevate nell'ambito della patologia neoplastica e questo e' in parte imputabile alla storia clinica della malattia. I segni e sintomi clinici sono tardivi e al momento della diagnosi il tumore ha generalmente raggiunto uno stadio molto avanzato di invasivita' che spesso preclude la possibilita' di un intervento terapeutico radicale.

La possibilita' di diagnosticare il cancro gastrico in fase precoce di malattia potrebbe, quindi, modificare la prognosi dei soggetti colpiti e questo rappresenta il risultato immediato di una campagna di screening. Non solo, partendo dal presupposto che questo tipo di patologia e' il punto finale di un continuum di alterazioni progressive ed ingravescenti a carico della mucosa dello stomaco, la campagna di screening permette di individuare un gruppo di soggetti portatori di queste alterazioni, definite "precancerose", che non sono cioe' cancro, ma che hanno la possibilita' di diventarlo, in modo da seguirli nel tempo con stretta sorveglianza endoscopico-bioptica.

Queste considerazioni hanno sostenuto le campagne di screening realizzate in vari Paesi del mondo, utilizzando metodiche radiologiche, endoscopiche e, piu' recentemente, sierologiche (3, 4). La sierologia ha assunto sempre maggiore importanza sia per la minimizzazione dei costi se paragonata alla radiologia e all'andoscopia, sia per la minore invasivita' della metodica che viene, quindi, ben accettata dalla popolazione da studiare.

I parametri utilizzati nelle diverse campagne di screening comprendono la valutazione dei livelli sierici di gastrina (G) e di pepsinogeno A e C (PGA e PGC). Samloff e coll. (5) hanno definito i pepsinogeni come la "biopsia sierologica" della mucosa gastrica, dimostrando che i livelli sierici di PGA e PGC sono correlati allo stato morfologico e funzionale della mucosa dello stomaco e, pertanto, possono essere utilizzati come marker di gastrite cronica atrofica (6-8).

L'utilizzo di questi parametri nelle campagne di screening trova il suo presupposto nel fatto che la maggior parte dei cancri dello stomaco si sviluppa su mucosa gastrica interessata da flogosi cronica atrofica di vario grado di severita' (9-11).

Anche nella nostra Campagna, la sierologia ha avuto un ruolo cardine, in quanto in base ai livelli sierici di pepsinogeni sono stati identificati soggetti con alterazioni atrofiche della mucosa dello stomaco e, quindi, con maggiore rischio di sviluppare un carcinoma gastrico. In una seconda fase, tali soggetti sono stati sottoposti ad esame endoscopico con prelivo bioptico per visualizzare lo stomaco ed eventuali lesioni macroscopiche, ma soprattutto per lo studio isto-morfologico della mucosa gastrica e della severita' della gastrite.


Prevenzione e salute dell'apparato digerente - Studio nella Valle del Vanoi [pdf - 354kb]

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